Ultima modifica: 31 Agosto 2020

La speranza secondo Tommaso… che facciamo nostra

Speranza

Poesia di Gianni Rodari

Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.

“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.

E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
  

 

Molti di noi sentono la preoccupazione e la paura per quanto ci sta succedendo intorno. Si sente spesso nominare la paura e l’angoscia. 

I fatti quotidiani danno forma a antichi e nuovi timori che ci fanno immaginare un futuro prossimo o lontano incerto e verso il quale ci sentiamo impotenti e spaventati, a volte.

Ci resta la voglia sperare, incrociare le dita perché tutto vada per il meglio. Si attende, fiduciosamente.

La speranza è proprio, per definizione, intima alla paura. 

È la nostra possibilità di non darci per vinti e non cedere alla disperazione, che è la mancanza di speranza; è quella predisposizione innata dell’animo umano di non cedere al timore di non sapersi rialzare dopo essere caduti. 

È intima e vicina al coraggio: accetta la paura, la fa sua per reggerla e nonostante questo fa in modo che un futuro sia possibile…mutandosi in resilienza.

Maria Zambrano scrive che la speranza è ponte, è l’impulso che ci destina all’ulteriorità, ad uscire da ciò che ci imprigiona e incatena. 

È la voglia di continuare ad esistere, ad esistere al meglio, anche in un clima e in un regime di incertezza. 

Prof. Antonio Crescenzo

 

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